Giovedì 2 Maggio alle ore 17, presso la Sala convegni dell’ex Ospedale vecchio, si terrà l’ottavo appuntamento delle “Conversazioni del giovedì”, il ciclo di conferenze organizzato dal comitato tarantino dell’Istituto nazionale per la Storia del Risorgimento. L’incontro verterà su un personaggio storico di particolare rilevanza nel Risorgimento italiano, Carlo Poerio. Originario di Napoli, diventò un avvocato di fama dopo il 1828. Fratello di Alessandro Poerio e anch’egli esule, col padre Giuseppe, dopo i moti costituzionali del 1820, in Toscana, in Francia, nel Regno Unito.
Parliamo di un liberale moderato, avverso ai moti mazziniani, ma tuttavia arrestato per ben tre volte (nel 1837, 1844 e 1847). Fu una figura importante nei primi moti del 1848. Si tratta delle agitazioni che portarono alla concessione della Costituzione e fu membro del Governo costituzionale di Napoli, inizialmente come direttore generale della polizia e poi come Ministro dell’istruzione.
Restaurato nel 1849 il governo assoluto, fu arrestato il 19 luglio 1849 e detenuto nel bagno penale di Nisida, con l’accusa di aderire alla setta Unità italiana, accusa che negò al processo che si concluse il 31 gennaio 1851 con la condanna a 24 anni di carcere duro (ai ferri), ma ne scontò soltanto dieci presso le carceri di Ischia, Napoli, Montefusco e la torre sita in Montesarchio, subendo una forte debilitazione delle sue condizioni di salute fisica e mentale. Invitato a presentare domanda di grazia nel 1852, in quanto sua madre era morente si rifiutò di compiere tale gesto. Nel 1859 la sua pena detentiva gli venne commutata nella deportazione forzata negli Stati Uniti d’America.
La nave che lo trasportava in America con altri 67 prigionieri fu dirottata in Irlanda, da dove poi riparò in Piemonte. Qui, circondato da grande autorità morale, prese parte attiva alla vita politica del nascente Regno d’Italia, sedendo anche alla Camera dei deputati nelle legislature dalla VII alla X. Re Vittorio Emanuele II lo nominò proprio luogotenente generale dell’Italia meridionale. Durante i suoi anni collaborò con eminenti avvocati ed ebbe corrispondenze con l’avvocato e letterato Alfonso Ridola. Poerio rifiutò il ministero offertogli da Cavour e si ritirò, deluso dalla scena politica, concludendo la sua vita in povertà. Morì a Firenze, nell’abitazione di Ferdinando Lopez Fonseca, patriota lucano e combattente durante la prima guerra di indipendenza. Poerio è sepolto in una cappella del cimitero di Pomigliano d’Arco, riconosciuta dal 1930 dal re Vittorio Emanuele III monumento nazionale.
A parlarne è Anna Poerio Riverso, docente, direttore del comitato di Caserta dell’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano. Introduce l’avvocato Francesco Guida, direttore del Comitato di Taranto dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano. L’ingresso alle conferenze sarà libero. Inoltre sarà possibile seguirle attraverso il canale Youtube del Comitato di Taranto dell’Istituto per la Storia del Risorgimento.
Di seguito il prossimo ed ultimo incontro:
– 16 Maggio 2024, “I prigionieri francesi del Castello aragonese di Taranto: Dumas, Dolomieu, Manscourt”. Relatore: Francesco Guida, direttore del comitato di Taranto dell’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano.