La Polizia di Stato ha arrestato due uomini perché ritenuti presunti responsabili del reato di furto aggravato in concorso tra loro. Da qualche settimana, a seguito della denuncia presentata dai responsabili di KYMA Ambiente circa ingenti furti di gasolio dai mezzi adibiti alla raccolta dei rifiuti, i Falchi della Squadra Mobile avevano avvito mirate indagini per identificare i presunti autori. Analizzando le immagini dei sistemi di video sorveglianza del deposito dei mezzi, i poliziotti hanno ben delineato i contorni del modus operandi dei due presunti ladri.
I due, soprattutto nelle ore serali, approfittando dell’oscurità, sarebbero arrivati sempre con la stessa autovettura – una Suzuki di colore nero – e mentre l’autista restava fuori dal deposito a fare il “palo”, il suo complice, entrando in un punto preciso della recinzione, provvedeva con un grosso tubo di gomma a travasare il carburante dai serbatoi dei camion in grosse taniche di plastica per poi caricare sulla loro vettura.
Definiti i movimenti, i poliziotti hanno predisposto nel tardo pomeriggio di ieri un preciso servizio di appostamento in attesa del loro probabile arrivo. Al calar del sole i due sono arrivati ed hanno avvitato le loro ormai consuete attività per il travaso del carburante. I poliziotti, ormai presenti all’interno del deposito, hanno atteso che alcune taniche fossero riempite per uscire allo scoperto e sorprenderli sul fatto. Dopo aver bloccato i due, rispettivamente di 41 e 46 anni entrambi gravati da pregiudizi penali, i poliziotti hanno recuperato 21 taniche contenti il gasolio rubato, parte delle quali erano già state caricate sulla loro auto, per complessivi 550 litri.
I due sono stati accompagnati negli Uffici della Questura per tutti i successivi accertamenti nel corso dei quali è emerso anche che il 41enne era anche sottoposto agli arresti domiciliari. Trasmessi gli atti all’Autorità competente, i due sono stati arrestati ed accompagnati presso la locale Casa Circondariale. Si ribadisce per tutti gli indagati vige il principio della presunzione di innocenza sino a sentenza definitiva