domenica, Novembre 24

FASANESI IN “TRAFERTA” DENUNCIATI PER DETENZIONE DI ARNESI DA SCASSO E RESISTENZA A PUBBLICO UFFICIALE.

I Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Martina Franca hanno denunciato all’Autorità Giudiziaria due giovani, di 25 e 24 anni, entrambi di Fasano, presunti responsabili di “resistenza a Pubblico Ufficiale”, nonché di detenere, senza un giustificato motivo, arnesi da “scasso”, utilizzati spesso per forzare porte, finestre e serrande.

La brillante operazione, grazie alla quale, probabilmente, si è evitato che venissero compiuti furti in abitazione o ad attività commerciali da parte dei due fasanesi “in trasferta”, è il frutto dell’imponente dispositivo di prevenzione messo in atto dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Taranto e, in particolare, dalla Compagnia di Martina Franca, teso al controllo h24 del territorio. Le auto dell’Arma, ogni giorno, infatti, percorrono anche le strade più impervie, allo scopo di aumentare la percezione di sicurezza dei cittadini ed evitare che possano essere compiuti reati.

La scorsa notte, intorno all’una, i militari dell’Arma, accortisi della presenza di due giovani, entrambi con il capo coperto dalle felpe indossate, che si trovavano davanti ad un distributore h24 del centro abitato della cittadina della Valle d’Itria, in una zona dove sono presenti anche numerosissime auto in sosta, hanno deciso di procedere al loro controllo. I due, dapprima facendo finta di prelevare delle bibite, hanno quindi tentato la fuga, buttando per terra una chiave in metallo ad “L”, di quelle normalmente utilizzate per smontare le ruote. Uno dei due denunciati è stato subito bloccato dai Carabinieri, a seguito di una breve colluttazione, durante la quale uno dei due militari ha riportato delle lievi lesioni. La successiva accurata perquisizione personale ha consentito di rinvenirgli, indosso, anche un cacciavite. Gli arnesi da scasso trovati sono stati sequestrati.

Successivi accertamenti, effettuati grazie ad escussioni testimoniali ed a verifiche incrociate sulle banche dati in uso alle forze di polizia, hanno consentito, poi, in breve tempo, di identificare anche il presunto complice, sottrattosi al controllo.  È importante ribadire che, per le persone denunciate, vale la presunzione di innocenza fino a sentenza di condanna definitiva.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *