Il sesto appuntamento de “Le conversazioni del giovedì”, il ciclo di conferenze dedicato al Risorgimento italiano nel territorio ionico, ha al centro del dibattito la condizione delle donne nel Sud Italia durante il Risorgimento italiano, prima e dopo l’unificazione.
È proprio nel Risorgimento italiano, prima dell’unificazione che le donne vedono riconosciuti i loro primi diritti. È il primo periodo storico in cui c’è una maggiore partecipazione pubblica femminile. Basti pensare che alcuni dei salotti più influenti da un punto di vista politico in quel periodo sono proprio portati avanti da donne come Bianca Milesi, Metilde Viscontini Dembowski, Teresa Casati e Cristina Trivulzio di Belgiojoso. In particolare la partecipazione femminile ha un grande riscontro nel movimento mazziniano con Giuditta Bellerio Sidoli, Antonietta De Pace e Sara Levi Nathan.
Non solo nei salotti intellettuali e rivoluzionari la voce femminile si fa sentire, ma anche sui campi di battaglia. Durante le Cinque giornate di Milano tra i combattenti ci sono Luisa Battistotti Sassi, Colomba Antonietti, Anita Garibaldi, Antonia Masanello, Giuseppa Bolognara Calcagno e Rosalia Montmasson (la moglie di Francesco Crispi che partecipa alla Spedizione dei Mille come infermiera).
Le donne che, però, hanno lottato per un’Italia unita pagano a caro prezzo la formazione del nuovo Stato. Dopo l’unificazione, infatti, i loro diritti vengono cancellati. Il nuovo codice civile, entrato in vigore nel 1865, rende le donne prive del diritto di cittadinanza e di voto. Non solo, a loro è precluso il diritto allo studio e di accedere alle libere professioni, esercitare il diritto di proprietà e sono soggette, tra le pareti domestiche, alla patria potestas.
A parlarne è la professoressa raccontarci com’era la condizione delle donne nel Sud Italia durante il Risorgimento, è Fiorenza Taricone, professoressa vicaria emerita dell’Università degli Studi di Cassino e Lazio Meridionale, professoressa ordinaria di Storia delle dottrine politiche e del pensiero politico e questione femminile. Introduce l’avvocato Francesco Guida, direttore del Comitato di Taranto dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano.
L’ingresso alle conferenze sarà libero. Inoltre sarà possibile seguirle attraverso il canale Youtube del Comitato di Taranto dell’Istituto per la Storia del Risorgimento.
Di seguito i prossimi incontri:
– 21 Marzo 2024, “Nazionalismo in armi. Combattere, uccidere e morire nel Risorgimento”. Relatore: Carmine Pinto, professore ordinario di Storia della Storiografia, Storia delle istituzioni in età contemporanea, Storia globale in età contemporanea presso l’Università di Salerno
– 11 Aprile 2024, “La rivoluzione del 1848. Riflessi in Terra jonica”. Relatore: Stefano Vinci, professore associato di Storia Medievale e Moderna del Dipartimento Jonico in “Sistemi Giuridici ed Economici del Mediterraneo: società, ambiente, culture” dell’Università di Bari
– 2 Maggio 2024, “L’importanza di Carlo Poerio nel Risorgimento italiano”. Relatore: Anna Poerio Riverso, docente, direttore del comitato di Caserta dell’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano
– 16 Maggio 2024, “I prigionieri francesi del Castello aragonese di Taranto: Dumas, Dolomieu, Manscourt”. Relatore: Francesco Guida, direttore del comitato di Taranto dell’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano