Il quarto appuntamento de “Le conversazioni del giovedì”, il ciclo di conferenze dedicato al Risorgimento italiano nel territorio ionico, ha come oggetto un argomento poco trattato: l’istruzione in Terra d’Otranto nel periodo risorgimentale. È proprio nel Risorgimento che la scuola dell’obbligo affonda le sue radici grazie a tre leggi che resero l’istruzione un diritto e al tempo stesso un dovere. La prima riforma fu la Legge Boncompagni, del 1848, che fu il primo tentativo di laicizzazione dell’ordinamento scolastico.
L’istruzione veniva divisa in tre gradi: popolare, primario, tecnico o speciale, classico e universitario. Inoltre il Ministero della Pubblica Istruzione subentrò al controllo sulle scuole dei Gesuiti.
Successivamente, nel 1859, entrò in vigore la Legge Casati. Questa articolava l’istruzione elementale gratuita in due gradi (inferiore e superiore) ciascuno della durata di due anni. In particolare l’obbligo era limitato al primo grado, i primi due anni in cui i bambini imparavano a leggere, a scrivere, a fare i conti e in cui venne lasciato l’insegnamento della religione. In particolare veniva insegnato, oltre alla religione, anche la lettura e la scrittura, l’aritmetica ed il sistema metrico, la lingua italiana, la geografia elementare e la storia nazionale, le scienze fisiche e naturali applicabili principalmente agli usi della vita quotidiana. Per integrare la legge Casati, fu introdotta, nel 1877, la legge Coppino in cui il primo grado di scuola elementare fu aumentato da due a tre anni. È nel ’77, quindi, che la scuola elementare diventata di cinque anni.
A raccontarci com’era l’istruzione durante il Risorgimento in Italia, in maniera più dettagliata, è Anna Maria Colaci, professore ordinario di Storia della Pedagogia all’Università del Salento a Lecce. Introduce l’avvocato Francesco Guida. Saluti iniziali dell’assessore comunale alla cultura, Angelica Lussoso.
L’ingresso alle conferenze sarà libero. Inoltre sarà possibile seguirle attraverso il canale Youtube del Comitato di Taranto dell’Istituto per la Storia del Risorgimento.
Di seguito i prossimi incontri:
– 22 Febbraio 2024, “Le sette segrete nel Risorgimento italiano. Movimenti in Terra jonica”. Relatore: Luigi Pruneti, docente, scrittore e giornalista
– 7 Marzo 2024, “La condizione della donna del Sud prima e dopo l’Unità”. Relatore: Fiorenza Taricone, prorettore vicario emerito dell’Università degli Studi di Cassino e Lazio Meridionale, professore ordinario di Storia delle dottrine politiche e pensiero politico e questione femminile
– 21 Marzo 2024, “Nazionalismo in armi. Combattere, uccidere e morire nel Risorgimento”. Relatore: Carmine Pinto, professore ordinario di Storia della Storiografia, Storia delle istituzioni in età contemporanea, Storia globale in età contemporanea presso l’Università di Salerno
– 11 Aprile 2024, “La rivoluzione del 1848. Riflessi in Terra jonica”. Relatore: Stefano Vinci, professore associato di Storia Medievale e Moderna del Dipartimento Jonico in “Sistemi Giuridici ed Economici del Mediterraneo: società, ambiente, culture” dell’Università di Bari
– 2 Maggio 2024, “L’importanza di Carlo Poerio nel Risorgimento italiano”. Relatore: Anna Poerio Riverso, docente, direttore del comitato di Caserta dell’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano
– 16 Maggio 2024, “I prigionieri francesi del Castello aragonese di Taranto: Dumas, Dolomieu, Manscourt”. Relatore: Francesco Guida, direttore del comitato di Taranto dell’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano