mercoledì, Ottobre 30

“Beni Comuni”: dal regolamento all’applicazione concreta, la rivoluzione dell’amministrazione Melucci

Con l’approvazione in consiglio comunale del nuovo regolamento per la cura e la rigenerazione dei beni comuni, lo scorso agosto, l’amministrazione Melucci ha scommesso sulla partecipazione dal basso per la gestione di pezzi del prezioso patrimonio comunale. La definizione del comitato di garanzia e di indirizzo scientifico previsto dallo stesso regolamento, in questi giorni, completerà un iter che darà a questa iniziativa gli strumenti per poter esprimere tutte le sue potenzialità.
La conferenza stampa tenuta oggi a Palazzo di Città, cui hanno partecipato il consigliere comunale Luca Contrario (promotore del provvedimento in consiglio comunale), l’assessore al Patrimonio Cosimo Ciraci e la professoressa Maria Casola (delegata alla Terza Missione – Public Engagement per il “Dipartimento Jonico in Sistemi Giuridici ed Economici del Mediterraneo: società, ambiente, culture” dell’Università degli Studi “Aldo Moro”), ha consentito di illustrare i dettagli di questa autentica rivoluzione che tocca la città, dopo un tentativo compiuto nel 2016 senza esiti particolari. Il regolamento offre diverse possibilità ai soggetti civici che, singoli o riuniti in forme associative, vorranno attivarsi per individuare, recuperare, gestire i cosiddetti beni comuni, ossia “le cose materiali, immateriali e digitali ricomprese all’interno degli spazi e servizi di interesse comune, che i cittadini e l’amministrazione riconoscono essere funzionali all’esercizio dei diritti fondamentali della persona, al benessere individuale e collettivo e all’interesse delle generazioni future e che risultano essere strettamente connesse a identità, cultura, tradizioni del territorio e/o direttamente funzionali allo svolgimento della vita sociale delle comunità che in esso sono insediate”.
Oltre i dettagli del regolamento, che prevede tra le altre cose la realizzazione di patti di collaborazione per la gestione dei beni e il riconoscimento di forme di auto-governo da parte di comunità di cittadini, elemento di forte innovazione del testo licenziato dal consiglio comunale ionico, sono stati illustrati anche i primi passi operativi. In particolare, sono stati presentati l’avviso pubblico per l’individuazione di tre dei sei componenti del comitato di garanzia e di indirizzo scientifico (che si aggiungeranno ai tre individuati dall’università), in scadenza il 15 dicembre, e le prime attività di comunicazione che passeranno per una sezione dedicata del sito istituzionale dell’ente (consultabile all’indirizzo https://bit.ly/417BqkX).
«Questo regolamento, che è un autentico strumento normativo – il commento dell’assessore Ciraci – è il punto di arrivo di un’articolata attività amministrativa per la quale ringrazio il consiglio comunale, l’università e la direzione Patrimonio, ma anche un punto di partenza per realizzare gli obiettivi previsti, ossia avvicinare ulteriormente cittadini e amministrazione, rigenerare i cosiddetti beni comuni a vantaggio delle future generazioni, promuovere la partecipazione attiva, insomma coltivare quei principi di democrazia orizzontale, sussidiarietà, uguaglianza, e solidarietà sociale che ci pervengono dalla carta costituzionale».
«Si tratta di uno strumento al quale teniamo particolarmente – ha aggiunto il consigliere Contrario – perché ci consente di costruire comunità e socialità. Oltre a raccontarne la genesi, oggi abbiamo illustrato le prime azioni concrete. Soprattutto abbiamo mostrato quanto interesse c’è da parte dei soggetti civici per questo strumento in grado di trasformare il rapporto tra amministrazione e cittadinanza, riavvicinandole. Abbiamo già le prime richieste, soprattutto per cura e gestione di alcuni spazi in Città Vecchia: siamo fiduciosi che a questi “pionieri” si ne aggiungeranno presto altri».
«Il regolamento comunale è frutto di una collaborazione scientifica consolidata tra l’amministrazione comunale e il Dipartimento, a servizio della città – ha concluso la professoressa Casola – un lavoro durato circa due anni che ha visto il coinvolgimento di un gruppo di docenti, con l’intento di adeguare il precedente testo di regolamento alle evoluzioni giuridiche. Si è previsto un innovativo modello pubblico di cura e gestione dei beni comuni che vada a valorizzare l’autonomia civica».

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