Si è tenuto a Taranto la scorsa settimana, un convegno dedicato alle novità per affrontare la cura dell’ictus ischemico: dalla prevenzione alle criticità nella gestione del paziente, dal trattamento della fase acuta alla riabilitazione.
L’ictus ischemico è il danno cerebrale causato dall’interruzione del flusso di sangue al cervello per l’ostruzione di un’arteria: le cellule cerebrali colpite, private dell’ossigeno e dei nutrimenti trasportati dal sangue, iniziano a morire nel giro di pochi minuti e le funzioni controllate da quella zona del cervello vengono meno. L’ictus cerebrale in Italia rappresenta la terza causa di morte, dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie, e la prima causa assoluta di disabilità: sono circa 185mila le persone colpite da ictus ogni anno. Agire tempestivamente è fondamentale per salvare la vita alla persona colpita e ridurre i danni subiti: se da un lato è fondamentale riconoscere subito i sintomi e chiamare i soccorsi, dall’altro è indispensabile che il personale sanitario sia in grado di attuare le strategie terapeutiche più avanzate per ridurre i danni subiti.
Per questo motivo, la scorsa settimana si è tenuto a Taranto il convegno “Update sull’ictus ischemico” con la direzione scientifica di Giovanni Boero e Nicola Burdi, direttori rispettivamente dell’unità di Neurologia e dell’unità di Neuroradiologia dell’ospedale SS. Annunziata di Taranto. Diverse figure della Asl Taranto si sono ritrovate per discutere dei percorsi comuni per la gestione del paziente con ictus: dalla fase pre-ospedaliera, quindi il ruolo del 118 e del Pronto Soccorso, fondamentali laddove il tempo di reazione influisce prepotentemente sulla buona riuscita delle cure, alla gestione dell’ictus ischemico in fase acuta, quindi con la diagnostica e i primi trattamenti di cura e di riabilitazione. Ampio spazio è stato dato anche alla prevenzione e alle forme più rare di ictus, in modo da fornire un aggiornamento completo, evidenziando punti di forza e di debolezza dei percorsi che portano il paziente dal luogo in cui sono insorti i primi sintomi fino all’ospedale e i nuovi scenari terapeutici e le strategie finalizzate alla prevenzione primaria e secondaria.
“L’Ospedale Santissima Annunziata è diventato nel corso degli anni un importante punto di riferimento regionale per la cura dell’ictus: la struttura si distingue per la qualità e la numerosità di pazienti trattati, accogliendo anche pazienti provenienti da altre province – ha affermato il direttore generale Vito Gregorio Colacicco – Questo appuntamento è stata un’occasione preziosa per migliorare un percorso di cura che vede nella gestione del tempo una opportunità di miglioramento per il paziente”.