Francesco Lospinoso: “Il calo nei movimenti era già visibile nel 2022, ma comunque contenuto. Nel 2023 invece, le vendite sono letteralmente precipitate. Volendo provare a capire da cosa dipende questo fenomeno, senza dubbio dobbiamo partire dalla situazione locale e dal generale stato di salute finanziaria delle famiglie tarantine, decisamente instabile. A questo, si aggiunge lo stato d’animo che non è certamente dei migliori, condizionato com’è dalle grandi vertenze aperte sul territorio, prima tra tutte quella che riguarda lo stabilimento siderurgico, con tanti cassintegrati, e la precarietà in cui versano anche quelli che sono regolarmente impiegati, diretti e dell’appalto.
Difficile che, chi non ha certezza del proprio futuro occupazionale, abbia voglia e entusiasmo per fare shopping. Il commercio, soprattutto quello di vicinato, risente di tutto ciò e assiste ad uno svuotamento della città, soprattutto del centro, in cui ormai vedere giovani a passeggiare e fare acquisti, è una rarità. La chiusura della libreria Ubik è il risultato di tutto ciò, e ne deriva l’immagine di una città che si impoverisce sotto ogni aspetto.
A rendere ancora più complicata la vita dei commercianti del centro certamente la spietata concorrenza da un lato della grande distribuzione, dall’altro delle vendite online a prezzi ben diversi; la ciliegina sulla torta: le tasse sul lavoro: avere dipendenti in Italia costa tantissimo.
Sono tanti i punti su cui bisognerebbe intervenire, a cominciare da aiuto concreti e immediati alle famiglie, perché possano essere incoraggiate a spendere più serenamente, contribuendo così anche alla sopravvivenza di tutte le attività commerciali e di pubblici esercizi che ora sono in grande affanno”.
Chiara Rocco: “E’ passato ormai quasi un mese dalla fine della stagione dei saldi estivi, che si sono rivelati, come temevamo, assolutamente insignificanti, in quanto hanno perso completamente il loro appeal, la loro capacità di attirare acquirenti. Il fenomeno si è potuto toccare con mano in maniera consistente nelle località turistiche, abituate a registrare numeri importanti, con la complicità della presenza turistica. Il calo di turisti nelle zone balneari ovviamente si è tradotto anche in calo di vendite. Nel caso specifico dei nostri negozi, abbiamo avuto una flessione del 15%. I colleghi di Castellaneta Marina hanno chiuso la stagione estiva con tanta delusione e insoddisfazione, e con i negozi pieni di merce invenduta. Neanche il consueto evento della “Notte blu”, organizzato per vivacizzare la fine di agosto, ha funzionato, nonostante gli sconti che arrivavano anche al 50%. Si continua a parlare di saldi, ma potrebbero tranquillamente essere cancellati. La crisi si sente e le famiglie spendono meno, e neanche lo sconto che potrebbe rappresentare un’occasione, attira più”.