Il teatro a Taranto, libero dagli echi televisivi. In una parola, «Periferie», la Stagione del Crest all’Auditorium TaTà.
Dieci titoli dal 18 novembre al 6 aprile per dieci occasioni con le quali scoprire nuovi autori, linguaggi, attori e attrici. «Tutti spettacoli per un pubblico curioso e allergico allo star system di Nostro Signore Botteghino, in una città ormai mirabolante», spiega la presidente della storica compagnia, Clara Cottino.
In cartellone, con produzioni in alcuni casi anche pluripremiate, c’è il meglio del teatro italiano di ricerca e d’innovazione, che si confronta anche con i classici, a partire dall’inaugurale «Natale in casa Cupiello» del grande Eduardo che il 18 novembre Teatri Associati di Napoli e Interno 5 presentano in forma di spettacolo per attore «cum figuris». L’allestimento, per la regia di Lello Serao e l’interpretazione di Luca Saccoia, che condivide l’idea del testo con Vincenzo Ambrosino, prevede, infatti, l’utilizzo di maschere e pupazzi di Tiziano Fario per aprire con un ritmo serrato e una surreale artigianalità uno squarcio nella memoria degli spettatori, affezionati alla commedia che più di tutte incarna nell’immaginario collettivo il genio di De Filippo e l’universalità del suo teatro.
Lo sguardo sull’attualità lo aprirà il 7 dicembre «La difficilissima storia della vita di Ciccio Speranza» di Alberto Fumagalli, spettacolo sulla «body positivity» coprodotto da Les Moustaches, Società per Attori e Accademia Perduta Romagna Teatri con al centro la vicenda di un ragazzo grasso, ma leggero, con un’anima delicata.
La Storia farà capolino il 16 dicembre con «Ottantanove», progetto di Teatro Metastasio e Compagnia Frosini-Timpano che, per aver scandagliato con tagliente ironia i riflessi moderni della Rivoluzione Francese del 1789, lo scorso anno ha conquistato ben due premi Ubu, uno nella categoria «miglior nuovo testo italiano» l’altro per l’interpretazione di Marco Cavalcoli, consacrato «miglior attore».
Una finestra sulla nuova drammaturgia inglese si aprirà il 12 gennaio con una coproduzione tra Teatro Stabile d’innovazione del Friuli Venezia-Giulia e Sardegna Teatro, che insieme presentano «Every Brilliant Thing». Una pièce in cui Duncan Macmillan, autore del testo con Johnny Danahoe, elenca una serie infinita di cose per le quali vale la pena vivere, qui affidate all’interpretazione di Filippo Nigro, vincitore nel 2022 del premio Franco Enriquez, andato per la regia a Fabrizio Arcuri, autore della messa in scena.
Il Crest torna a produrre uno spettacolo della coppia di drammaturghi tarantini formata da Gaetano Colella e Andrea Simonetti, che il 27 gennaio tengono a battesimo la storia del pugile sinti Johann «Rukelie» Trollman raccontata ne «L’ultimo round», spettacolo in cui Colella e Simonetti si dividono i compiti, il primo come autore della regia, il secondo in veste di interprete.
Ci sarà anche la Scena Verticale di Saverio La Ruina, in cartellone il 17 febbraio con «Via del Popolo», una riflessione sul tempo, nell’accelerata società contemporanea, gratificata dall’ingresso in finale al premio Le Maschere del Teatro Italiano 2023.
Tutta pugliese la coproduzione tra la compagnia barlettana I Nuovi Scalzi e i Teatri di Bari, che il 24 febbraio rileggeranno con «Il sogno di Shakespeare» per la regia di Savino Maria Italiano una delle commedie più famose del Bardo, fondendo commedia dell’arte e teatro contemporaneo.
Il 9 marzo ci sarà il ritorno di Licia Lanera, l’attrice, regista e drammaturga barese più volte premio Ubu, impegnata in un omaggio ad Antonio Tarantino con «Love Me», dittico comprendete l’inedito «La scena» e «Medea». E se il 23 marzo ci sarà un altro tributo scespiriano con «Venere e Adone», poema del quale Roberto Latini si fa regista e interprete per la Compagnia Lombardi-Tiezzi, il 6 aprile, per la chiusura di stagione, un altro omaggio a Tarantino arriverà con «Barabba» dei Teatri di Bari per la messa in scena di Teresa Ludovico.
Inizio spettacoli ore 21. Biglietti 15 euro (ridotti 12), abbonamento a dieci spettacoli 110 euro. Info e prenotazioni 366.3473430.